Voltumna, un dio e un vino sull’Appennino
L’Etruria intesa come territorio enologico è vasta ed eterogenea, presenta terreni, colture e soluzioni di comunicazione assai diverse ma, come abbiamo visto, spesso incentrate sul paradigma etrusco. A Dicomano, nel Mugello/Valdisieve, il supremo numen ovvero Voltumna «siede offrendo le spalle all’Appennino». Anche qui chi crea vino ha sentito la necessità di rifarsi ai Rasenna.
I terreni argillosi e la piena espressione del Sangiovese esaltano la toscanità dei vini della cooperativa Voltumna incontrando altresì un vitigno ospite, il Pinot Nero, sistemato cordialmente nel punto più elevato e boscoso della proprietà. È la prima volta, nel corso della nostra indagine sui vini con nome etrusco, che ci imbattiamo nel Pinot. Qui a/da Voltumna si cerca evidentemente di superare gli stereotipi, pur salvaguardando le tradizionali armonie toscane.
Voltumna, volto di statua ritrovato ad Orvieto (da lacooltura.com)
Voltumna Pinot Nero, Voltumna Querciolo e Voltumna Zeno sono le tre versioni di questo vino, vivace nei rapporti gustativi, appartenente ad un progetto collettivo e «biodinamico» dedicato alla «comprensione della comune vitalità della terra» (non ha caso è “evocato” un dio della fertilità).
Ma nonostante l’imperiosità del nome, il riferimento all’antico Popolo non si ripete marcatamente nella comunicazione istituzionale (anche se in una bella recensione – che linkiamo in fondo – si parla delle tracce di un vicino tempio), né si notano ulteriori immagini etruscologiche (l’etichetta, assai raffinata, presenta solo scritte e numeri). L’aggancio agli Etruschi è quindi mediato e concettuale, mai troppo diretto o meramente iconico. Sono in ballo idee come collettività, comunanza, fertilità ma anche eterogeneità.
Ecco forse quel che potremmo notare a questo punto della nostra ricerca (già più di una ventina i vini “etruscofili” indagati): una cosa è fare un buon “rosso” e gettare in etichetta l’immagine di una pittura arcaica; un’altra è lavorare sui valori e, appunto, sui concetti.
Sembra che a Voltumna s’indaghi qualcosa di più di ciò che è semplicemente-presente. «L’abitudine non aiuta l’ingegno», dice l’ospite; il Pinot Nero stesso che qui, appunto, «non parla francese» ma è di casa. È etrusco.
Voltumna, dagli antichi Etruschi alla moderna cooperativa biodinamica