Un Odeon nella Firenze romana?

Un Odeon nella Firenze Romana?

Florentia, almeno dall’età tetrarchica (fine III secolo d.C.) e fino alla fine dell’Impero, fu capitale della Regio VII Tuscia et Umbria e come tale residenza del corrector (governatore). Visto il prestigioso ruolo di capoluogo non potevano mancare in città un anfiteatro, un teatro ed un ippodromo per assistere ai numerosi spettacoli pubblici (ludi). Ma è probabile, come nel caso di tante città o insediamenti cultuali, che vi fosse anche un odeon, ed è strano che sinora nessuno ne abbia ipotizzata l’esistenza o la localizzazione archeologica. Oggi proveremo ad avanzare in tal senso, sulla scia di una concezione della ricerca archeologica che prenda avvio dall’intuizione, dall’immaginazione e dal buonsenso, procedendo nel rispetto del reale quanto del possibile.

Che cos’è precisamente un odeon? La parola odeon, odéon o odeion deriva dal greco Ωδείον, legata a sua volta al verbo ϑεάομαι («guardo, sono spettatore»). Fu il nome di molti edifici della Grecia e dell’Impero romano dedicati agli esercizi di canto, alle rappresentazioni musicali, ai concorsi di poesia e di musica.
Di norma questi teatri erano di dimensioni modeste sebbene l’odeon di Pericle, il principale della città di Atene, misurasse ben 4000 m². Si distinguono due categorie di odeion: la prima, di cui fa parte quello di Atene, comprende edifici di pianta quadrata con tetto a cupola e palco centrale (a proposito della presenza della cupola Plutarco, Per., 13, 5, 6, riferendo un frammento del poeta comico Cratino, immagina Pericle con il suo odeon sul capo a guisa di acconciatura). Altri odeon ebbero invece una pianta analoga a quella dei teatri, da cui differiscono per l’esistenza d’un tetto (ma non necessariamente).
L’odeion veniva utilizzato per le prove generali dei drammi e nel cosiddetto proagon o preludio delle feste Dionisiache.

Assai ben conservato nella cavea e nel pulpito è l’odeon di Patrasso, dove non si trovano tracce di tetto (Pausania, VII, 20, 6). Un tipo singolare di odeon è quello di Gortina a Creta, scavato dalla Missione archeologica italiana di Federico Halbherr nel 1884: iscritto in un edificio rettangolare ellenistico era certamente coperto, poiché non ha canali di scolo per le acque. Fu restaurato da Traiano nel 100 d. C. e usato fino all’età bizantina. Tracce di antichi odeon si trovano in zone archeologiche italiane, come a Castelsecco, vicino alle mura pelasgiche dell’antica “acropoli” di Arezzo dove esisteva un grande santuario dedicato a Turan.

Nessuno degli eruditi dei secoli passati (per citarne due: Coluccio Salutati o Vincenzo Borghini), così attenti ai trascorsi di Firenze, ci parla della presenza di un odeon nella Florentia romana. Ma è possibile che l’edificio, di dimensioni limitate, fosse stato inghiottito dall’urbanizzazione medievale. Qualora sia esistito un odeon nella Firenze romana potremmo immaginarlo nella parte più ad ovest della città, in posizione analoga ad altri casi antichi, contrapposto al teatro che era ubicato nell’angolo Sud-est del pomerio. Proprio sul lato occidentale troviamo qualche curiosa traccia che potrebbe evocare l’esistenza di un edificio a pianta semicircolare.

Come già accertato per l’ippodromo, evidenziato su un lato dalla curvatura dei palazzi alla Croce al Trebbio, così sulla curvatura della via Teatina verso via dei Boni, in direzione di piazza Santa Maria Maggiore, poteva trovarsi la cavea dell’odeon fiorentino. Di contro, l’edificio si poteva trovare sulla curvatura (per quanto meno accentuata) di via degli Agli, con le gradinate verso l’esterno della città come quelle del teatro sotto Palazzo Vecchio. In questo caso si potrebbe spiegare la smussatura dell’angolo del muro a Nord-ovest, dalla parte della futura via Rondinelli, dove avrebbe potuto estendersi la scena rettangolare della struttura; la smussatura avrebbe favorito al contempo lo scorrimento agevole dell’acqua in difesa delle mura della città romana.
Tra queste strette vie ebbero nel medioevo le loro case i Del Beccuto, i Carnesecchi e gli Agli, di cui si osserva lo stemma con leone rampante proprio in via Teatina.

L’edificazione dell’odeon potrebbe risalire al tempo del regno di Publius Aelius Hadrianus all’inizio del II secolo d.C., quando Adriano visitò o fece visitare da suoi tecnici diverse città dell’impero e forse anche Florentia. L’Imperatore, accompagnato da architetti, costruttori e agrimensori impegnati nel rilevare i bisogni delle varie località, dava poi inizio a specifici lavori. In quel tempo Florentia ebbe una grandiosa ristrutturazione urbanistica e venne abbellita da complessi monumentali nuovi o ristrutturati: l’anfiteatro, il foro, il tempio di Iside, un grande impianto termale. Fu inoltre costruito il primo ponte in muratura sull’Arno.
I fiorentini per eternare il buon ricordo di Adriano, che aveva congiunto tra l’altro Florentia a Roma mediante un nuovo tronco della via Cassia, gli dedicarono sulla via cardinale di “Calimala” un arco di trionfo, e alzarono una statua equestre nel foro.

Proprio Adriano, amante delle arti e della cultura greca, avrebbe potuto favorire la costruzione degli odeon nei capoluoghi dell’impero.
Nelle insule I e II della Regio IV di Florentia, quindi dall’angolo di Nord-ovest della città dove si incontrano le attuali via dei Cerretani, via Rondinelli e via Tornabuoni fino a piazza di Santa Maria Maggiore, i ritrovamenti archeologici alla profondità di oltre 3 metri hanno rivelato la presenza di un impianto industriale: una fullonica o lavanderia d’epoca romana. Ma lo spazio nelle due insule, che non sembra sia stato indagato in modo completo, è sufficiente a contenere altre strutture e forse le vestigia del piccolo “odeon” fiorentino.

Enio e Lorenzo Pecchioni