Da Rasna o Rasenna a Tusci, Turusha, Tirreni ecc. potremmo definire quello etrusco come il “popolo dai molti nomi” – e questo testimonia forse la sua eterogeneità, la capacità d’assimilare clan ed etnie nel “patto federale” incentrato sul famoso Fanum. Per gli abitatori del Mediterraneo orientale l’Italia («paese del tramonto») fu una sorta di «nuovo mondo» dove concetti contemporanei come «integrazione» e «contaminazione» avrebbero rivestito una fiera funzionalità.
Questa molteplicità di nomi e di idee si riflette nel variegato universo dei vini etruscofili che stiamo indagando ormai da mesi.
Al di là dei numerosi vini recanti appunto il nome «Etrusco» o «L’Etrusco» abbiamo anche il «Rasna», il «Rasenna» o «La Rasenna», definizioni a loro volta sorprendenti nelle possibili interpretazioni: «rasena» dall’egizio «rasenu», dal vedico «rasenna», dall’accadico «rasu», dal villanoviano (?) «rhasena», con significati vari e bizzarri (da nome delle coste siriane a quello di un fantomatico “popolo dei rasati”; da eponimo a complesso concetto devozionale).
È interessante notare come all’affascinante parola Rasenna corrispondano alcuni tra i vini che più hanno intrapreso, appunto, la via della contaminazione senza chiudersi, ad esempio, nell’idea che il vitigno etrusco per eccellenza fosse quello di Giove (sangiovese) o che si dovessero ricercare particolari terroir “eminentemente etruschi”.
Oltre ai casi già trattati nelle scorse settimane (come Rasna o Voltumna), è da notare l’azienda La Rasenna che imposta i suoi vini su Vermentino, Cabernet, Moscato e Petit Verdot. Quest’ultima scelta rilancia una volta di più il rapporto possibile tra Tuscia e terre del Nordovest. Forte di un terreno assai ricco di «mineralità» e «microelementi» ma anche di una comunicazione alquanto elegante nella scelta dei colori delle grafiche e delle bottiglie, i vini de La Rasenna promettono bene per abbinamenti a loro volta eterogenei, comunque improntati sull’immaginario della costa tirrenica.
…I produttori e i vini-etruschi sono sempre di più e continuano a stupirci, difficile decidere di cosa scrivere, anche perché non sempre le bottiglie si trovano con facilità…e spesso non è giusto fermarsi a considerazioni di marketing/grafica.
La ricerca va avanti…e il vino è «ciò a proposito di cui si parla per affermare qualcosa di ulteriore»…