I culti a Dioniso e Le Sirene Bicaudate toscane
di Enrico Baccarini©
Profondamente legati ai culti della fertilità ritroviamo in Toscana elementi interessanti come le Sirene bicaudate, richiami al dio Dioniso o ai tori sacri (propri del mitraismo), figure che furono comuni a molti paesi e a luoghi distanti ma che sembrano legati da un invisibile filo conduttore protrattosi nei secoli e nei millenni. Molte chiese medioevali e rinascimentali riportano sui loro architravi il simbolo della sirena a due code. L’essere mitologico, in questa forma composita, mette chiaramente in evidenza la parte femminile più intima. Tale rappresentazione sembra strutturarsi come un chiaro riferimento alla grandissima unicità della donna di poter creare la vita, di presentarsi come il tramite attraverso cui è possibile una incarnazione nel mondo terreno. Tale particolarità fu alla base di molti culti matriarcali e femminili, non femministici, che fin dal neolitico si strutturarono nel così detto ‘uomo delle caverne’.
Fu solo con l’avvento della visione patriarcale, e maschilistica, che la donna viene relegata ad un ruolo inferiore facendole perdere quell’importanza e unicità che da sempre l’avevano contraddistinta. Ogni uomo per nascere ha bisogno di una donna, sua madre, e attraverso questo processo di pro-creazione, secondo le antiche credenze, lo spirito poteva entrare in un corpo e prendere quindi possesso della sua materialità. La figura della sirena sembra sottendere l’eterno ciclo di incarnazione delle anime richiamate dalle due nature che si completano. Ricorrente è anche il simbolismo della sirena unita alla luna, ove il ciclo lunare corrisponderebbe al ciclo della fertilità femminile, di circa 28 giorni. La figura della sirena fu un simbolo cristiano fino al 1000 d.C. volutamente dimenticato forse perché ricollegabile al mondo etrusco nonché simile, nella simbologia, all’Abraxas gnostico. Tale raffigurazione è riscontrabile anche nelle necropoli etrusche tanto toscane quanto laziali. Nella pieve di Corsignano (Pienza) la sirena troneggia sopra l’arco dell’entrata, impugnando le proprie pinne divaricate e mostrando la sua femminilità in modo marcato. Tale simbologia la ritroveremo in tutto il medioevo e in moltissime antiche chiese toscane a simboleggiare la “mandorla mistica” che avvolge
Chianni (Gambassi Terme, FI), Pieve di Santa Maria
il Cristo come sua madre Maria. Questo elemento dai profondi richiami gnostici potrebbe essere interpretato come una raffigurazione dell’elevazione mistica ottenuta attraverso il processo di crescita interiore ovvero il ciclo di rinascite che, secondo molte culture antiche, le anime vivrebbero prima di congiungersi all’Essere universale.
Pieve di Corsignano, particolare del portale
Affianco a questa figura ritroviamo quella del toro, simbolo spesso associato alla grande madre e da sempre considerato, in molte culture, animale sacro e di grande importanza.
Pieve di Corsignano, particolari della sirena bicaudata
In Toscana lo possiamo ritrovare, ad esempio, nella chiesa di Sciano (Siena). Proprio in questa rappresentazione le corna del bovino furono cesellate a forma di Luna, come nel caso della dea egizia Hathor. Il toro è inoltre ricollegabile ad uno dei quattro animali evangelici. Nella bellissima cripta di Acquapendente, anticamente Tauropendente, costruita su di un precedente tempio pagano, è possibile confondere queste figure attribuendole ad una origine dionisiaca mentre, in realtà, siamo in presenza di un antichissimo mitreo. A conferma di questa occorrenza ritroviamo la vicina presenza di un fiume, luogo in cui i sacerdoti di questa religione erano soliti purificarsi con abbondanti abluzioni d’acqua.
Attraverso questi simboli, e le allegorie ad esse associate, la forza di antichi riti sembra ancora oggi infondersi nel mondo attuale ricordandoci come un pensiero, o una tradizione, possano preservarsi inalterate nel tempo, rimanere nascoste tra le rocce o essere tramandate solo dalla memoria di ‘certi’ uomini saggi.
Enrico Baccarini, La Toscana dei Misteri, Zona Edizioni, Arezzo, 2010