San Colombano, San Galgano e il "monomito cristiano"
Quello che altrove è stato definito come un “mono-mito cristiano”, trova moltissimi esempi e conferme. Ultimamente, ad esempio, un nostro lettore (nonchè ottimo scrittore) ci ha segnalato le corrispondenze tra la vicenda di San Colombano e quella di San Galgano.
L’esperienza di Galgano, che corrisponde alla matrice dei Santi del secondo medioevo, è relazionabile senz’altro a molte leggende, e la storia di Colombano rappresenta solo uno dei possibili “specchi” della medesima. Indagando questo rapporto, alcuni tratti del suddetto “monomito” risultano ulteriormente evidenti.
San Colombano ha vissuto nel momento storico in cui il cristianesimo monastico-eremitico, come poteva essere inteso al tempo di San Galgano, prendeva forma. Si tratta di un personaggio storico che ha lasciato un segno tangibile ed un messaggio socio-politico, al contrario di Galgano, la cui esistenza terrena è stata assorbita in una dimensione folkloristica, ed il cui messaggio risulta incerto, ambiguo o banalizzato.
I principali tratti d’analogia mi sembra si trovino nella prima parte della vita dei due Santi, e nell’ultima.
Da giovane, come Galgano, Colombano si dedica anche alla Spada e in seguito, per affrontare la sua conversione, deve convincere la madre che si oppone. La sua vita è un continuo di avventure e viaggi, in cui potremmo notare qualche episodio iniziatico (la visita a certe isole mitiche o a certe tombe sacre), ma soprattutto si tratta di viaggi Storici, e abbastanza documentati, che hanno lasciato tracce nelle numerose abbazie fondate dal Santo.
La vicenda di Colombano è “europea” in senso storico effettivo; quella di Galgano lo è anzitutto in senso simbolico.
A proposito della vita reale di Galgano, esistono grossi “vuoti” proprio nella parte centrale, tra l’inizio dell’adolescenza e la conversione. In questa fase, di solito, per cavalieri e Santi si sviluppano le “avventure” (penso a Lancellot, Galgano o Parceval): missioni, amori, castelli, draghi, spade ecc.
Quando Galgano ricompare alla storia (penso alle testimonianze del processo e a Dionigia che racconta gli ultimi anni della vita del Santo), si riprende il filo dell’analogia con Colombano. Mi riferisco alla creazione, da parte di quest’ultimo, dell’eremo di San Michele a Coli; quindi al monte, alla grotta ecc. che ricordano la conversione e le visioni di Galgano.
In generale questi tratti d’analogia sono ravvisabili in moltissimi casi di santi ed eremiti medievali. Si tratta di una vera proliferazione di nomi e vicende simili.
Ad esempio, la devozione per San Michele era diffusissima semplicemente perché Michele era “come è Dio”. La dimensione “longobarda” del suo culto, secondo alcuni, porterebbe a pensare che anche Galgano avesse origini nordiche, penso alle interessanti ipotesi di Paolo Galiano. Teniamo però ben presente che sono passati molti secoli dalla discesa dei longobardi in Italia.
Questa dimensione era invece nel pieno del suo essere ai tempi di Colombano (appunto, VII secolo). Costui, ad esempio, ha a che vedere con il re Gontranno che corrisponderebbe a Guntramno, re-lucertola, di cui un racconto franco-longobardo (citato da Franco Cardini) rimanda incredibilmente alle visioni di Galgano.