Libroterapia e benessere. Intervista a Rachele Bindi

a cura di Myriam Venezia

Il libro è un oggetto che nel corso dei secoli ha avuto un’evoluzione e una considerazione sempre maggiore: la lettura viene da sempre considerata balsamo per l’anima.
Rachele Bindi sa bene quanto i libri possano fare bene, tanto da specializzarsi in Libroterapia e scrivere un saggio d’approfondimento per favorire la fruizione di questa pratica ad altri professionisti e a chi vuole informarsi in merito ad essa.
Libroterapia e benessere , edito da Press&Archeos per la prima volta nel 2017 e giunto alla sua nuova riedizione proprio in qtesto novembre, emerge tutta la professionalità e la passione che Rachele mette nel suo lavoro.



Come nasce il proposito di scrivere un libro sulla libroterapia?
Ho iniziato ad occuparmi di libroterapia negli anni della mia specializzazione in psicoterapia, quando in analisi didattica il mio analista mi chiedeva, ogni giovedì, cosa avevo fatto per la mia anima ed io puntualmente mi trovavo a parlare di letteratura. Ho sempre letto tantissimo ma non avevo mai pensato di scrivere un libro, fino a che l’allora curatore della collana per Press&Archeos, Stefano Mazzei, mi propose di farlo (e fu molto bravo a superare tutte le mie reticenze).

Se dovessi spiegare in breve cos’è la libroterapia, come la definiresti?
La libroterapia è una metodologia al servizio del benessere psicologico che consiste nel consigliare testi di narrativa ed aiutare poi lettrici e lettori a conoscersi meglio attraverso le riflessioni post lettura.

Rachele Bindi

Si tratta di un libro molto interessante, con un’impostazione quasi manualistica. Per quale pubblico è stato pensato? E appunto, possiamo intenderlo come un manuale?
Libroterapia e Benessere è un saggio di approfondimento che vuole raccontare le basi del lavoro libroterapico, da rintracciarsi sia nella biblioterapia americana che nella psicologia analitica di C.G.Jung. Non parlerei di manuale, perché non contiene indicazioni circa la progettazione dei percorsi o le competenze necessarie per erogarne. È stato pensato per coloro che vogliono informarsi sulla libroterapia, che magari si stanno chiedendo se in che senso possiamo dire che i libri fanno bene e sono in cerca di riferimenti teorici. Negli anni è stato utile sia a colleghe e colleghi psicoterapeuti che ai facilitatori in libroterapia umanistica.

Quanto è utile la libroterapia e a chi serve maggiormente?
La libroterapia ci aiuta a creare un bagaglio adattivo di esperienze fruite in maniera vicaria attraverso la lettura di romanzi: in questo senso è utile a tutti. Mi piace citare Hesse che sosteneva, già ai primi del Novecento, che ognuno dovesse occuparsi di trovare libri atti a portare soddisfazione e godimento e che non svolgere questo compito portasse a restringere “la cerchia della propria cultura e delle proprie gioie, e con ciò il valore della propria esistenza”.
La libroterapia serve a tutti, anche a chi ancora non ha scoperto il valore della lettura.


Cosa pensa di questa tendenza degli ultimi anni di leggere sempre meno e di fruire sempre di più di audiolibri? E, secondo te, questa cosa  ha delle ricadute sulla società e sul suo “stato di salute”?
Leggere è un atto innaturale, un apprendimento. Favoloso, ad essere sincera, ma sempre un atto che richiede uno sforzo. Anche quando diventiamo lettori esperti la decodifica del testo scritto richiede la partecipazione di aree corticali multiple, che messe insieme sono chiamate VWFA (visual word forming area).
Leggere, in questo senso, è prima di tutto un atto cognitivo. L’ascolto, per contro, toglie la necessità della decodifica del testo scritto. In questo modo le informazioni vengono processate con un sforzo diverso, per certi versi minore. Gli audiolibri sono una validissima alternativa alla lettura, per quello che pertiene la fruizione dei contenuti. Anzi, per alcune persone eminentemente auditive, gli audiolibri sono più efficaci del testo scritto e facilitano la ricaduta inconscia dei contenuti. Di certo si perde l’allenamento al testo scritto, ma quello non ha a che fare con lo stato di salute quanto con la cultura: arriveremo a conoscere parole che non sappiamo scrivere? Io spero di no, o almeno non credo che saranno gli audiolibri a contribuire a questo.
Io leggo con le orecchie, leggo in ebook …ma niente, per me, può sostituire il piacere di un libro cartaceo.

a cura di
Myriam Venezia

Home