La lunga guerra tra Fiesole e Firenze

Oggi è difficile immaginarlo, eppure c’è stato un tempo in cui la città di Fiesole e la giovane Firenze furono in guerra tra loro. La caduta definitiva di Fiesole avvenne nel 1125, dopo anni di logoranti assedi, battaglie e rappresaglie.

Di Enio Pecchioni e Giovanni Spini

La contessa Matilde, che governò saggiamente sulla Toscana fra l’XI e il XII secolo, morì nel 1115. A succederle nel marchesato fu inviato il tedesco Rabodo, che si trovò subito in contrasto con Firenze non concedendo le franchigie imperiali che le altre città toscane avevano invece ricevuto. Il vicario imperiale e marchese di Toscana Rabodo, si era stabilito nel castello di Monte Cascioli dove morì, dopo soli tre anni dalla nomina, durante l’assalto dei fiorentini il 2 ottobre 1119. Si narra che il castello fu completamente distrutto e nel terreno su cui poggiava, dopo l’aratura, furono piantate delle viti, così che se ne perdesse anche l’ubicazione.

A Rabodo successe un altro tedesco, Corrado, nominato ”Signore dei beni di Matilde”. Il nuovo margravio iniziò subito a dare battaglia ai fiorentini assediando Pontormo con l’aiuto dei lucchesi e del conte Guido Guerra, figlio adottivo di Matilde. Movimenti delle sue truppe anche in Val di Pesa e in altre località toscane, testimoniano come il margravio Corrado cercasse di sottomettere tutte le popolazioni ostili all’imperatore, ma con scarsi risultati. Corrado non riuscì dunque ad esercitare alcun potere su Firenze, che noncurante dell’imperatore lontano e del margravio vicino, badava a consolidare la propria posizione in Toscana. E poichè gli interessi di Firenze erano prevalentemente mercantili, gli sforzi dei cittadini si rivolsero soprattutto ad eliminare ogni ostacolo al libero transito delle merci. Così fu distrutto il castello degli Alberti a Prato, raso al suolo quello di Monte Gualandi e incendiato per ben tre volte quello di Monte Cascioli.

foto tratta da www.idifensoridellarocca.com

Fiesole non riusciva più a rivaleggiare nei commerci e nelle industrie con Firenze, anche perchè nè il suo vescovo, nè i suoi reggitori, avevano cercato di esercitare un’azione politica indipendente. I primi screzi tra gli abitanti delle due città si erano già avuti circa cento anni prima, per questo i fiesolani avevano trasferito la sede vescovile e il duomo dentro le mura della città, mentre la vecchia sede, l’odierna Badia Fiesolana era stata convertita in un convento dedicato a S. Bartolomeo. A Fiesole non esistevano più tutte le fortificazioni costruite dagli etruschi e dai romani, poichè una parte delle mura era stata smantellata durante la guerra goto-bizantina, ma il luogo, per la sua posizione, era facile a difendersi e le strade che vi conducevano erano altrettanto facilmente controllabili. Forse per questo il margravio Corrado, non riuscendo a conquistare Firenze, tentò di valersi dei vantaggi offerti dalla posizione strategica di Fiesole, che trovandosi in cima alla collina, sovrastava la città sull’Arno.

Qualche tafferuglio, come abbiamo visto, c’era stato tra fiesolani e fiorentini, ma sempre per ragioni commerciali e mai di tale portata da suscitare la necessità di una guerra. A questo punto però, Firenze era giunta ad un tale sviluppo da non sopportare più alcun intralcio alla […]

Questo articolo è entrato a far parte di un libro
prodotto da Giovanni Spini ed Enio Pecchioni:

LE LUNGHE GUERRE TRA FIESOLE E FIRENZE
Storia e mito di un’atavica rivalità

 

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