…Qualcuno sta realmente pensando che solo uno dei tanti misteri di cui si vocifera in tv e in certi siti web e riviste, possa essere svelato in quanto tale?
Credo proprio di no. D’altronde, chi segue questo blog anche solo occasionalmente, è avvezzo a notare certe perversioni e perdizioni della nostra attualità.
Perdonatemi: oggi sono in vena di puntualizzazioni. Troppo spesso, anche il sottoscritto, è stato ricondotto alla “loggia trasversale” dei “misterofili”. Al di la’ di qualche incidente di percorso (che non ho problemi ad ammettere) vorrei ribadire la mia alterità alla “misterofilia”.
Ma veniamo a noi, veniamo alla Ricerca e alla nostra amata “provocazione letteraria”.
Ad oggi, misteri ed enigmi non esistono per essere risolti. La loro fenomenologia, colta nella sua più immediata storicizzazione, tradisce un “bilico” corteggiato da variegate possibilità pubblicitarie e commerciarie, per le quali la risoluzione materiale del mistero è un rischio.
Ricominciamo dall’attualità, dal mondo in cui viviamo, e dunque dal vecchio e nevrotico capitalismo che la caratterizza. Lo psicologo Jacques Lacan, in tal senso, sosteneva che il discorso del capitalista promette la falsa democrazia della circolazione illimitata degli oggetti di consumo e del diritto di ciascuno al suo godimento. Questo discorso appare come un circuito di riciclo nel quale “tutto si consuma” incessantemente, secondo un’espansione globalizzante, nell’illusione che in questa consumazione infinita la “mancanza a essere” che costituisce l’esistenza possa essere risolta. Per questo il discorso del capitalista per funzionare non deve solo promettere la risoluzione della mancanza ma creare continuamente pseudo-mancanze che possano alimentare il circuito del consumo.
Tra queste pseudo-mancanze, il mistero (o enigma) potrebbe essere attualmente inserito nell’elenco delle merci di maggior interesse: quelle che attirano audience, investimenti, vendite al dettaglio.
Così, forse, oggi potremmo parlare del mistero come bene di consumo: il bene-mistero …CONTINUA