Gli storici latini – Velleio Patercolo in testa – li consideravano “un popolo più feroce della ferocia germanica”. Ma i Longobardi erano davvero i più crudeli tra i barbari? Il regno che stabilirono in Italia, e che durò due secoli, fu veramente un’epoca così buia come generalmente si crede? E cosa lasciarono Alboino e i suoi discendenti in eredità alle generazioni future, quale fu il loro contributo alla storia e all’identità del nostro Paese e in particolare in quella Lombardia che da loro avrebbe preso il nome?
A queste e ad altre domande cercherà di rispondere la mostra “Storia e Miti dei Longobardi d’Insubria”, che sarà allestita dal 1 al 16 ottobre 2011 a Giussano (MB) nella splendida cornice di Villa Sartirana che già lo scorso anno ha ospitato una rassegna di grande respiro sui Celti.L’esposizione, curata dalla storica Elena Percivaldi e dall’archeologo Cristiano Brandolini con la collaborazione delle associazioni culturali GASAC e Terra Insubre, consentirà di ammirare una settantina di riproduzioni filologicamente esatte di armi, abiti, gioielli e oggetti d’uso dell’epoca longobarda (568-774 d.C.), contestualizzate in un allestimento di grande suggestione.
Ad accogliere i visitatori saranno infatti alcuni “longobardi” abbigliati secondo le fogge dell’epoca nella ricostruzione di un contesto tombale corredato dalle famose “pertiche” sormontate da colombe di legno che si ritiene fossero orientate verso il punto in cui giacevano le spoglie dei guerrieri morti lontano dalla patria. La mostra è di estrema attualità considerando che l’Unesco ha appena accettato il progetto “I Longobardi in Italia. I luoghi del Potere (568-774 d.C.)” nella lista dei siti Patrimonio Universale dell’Umanità: un evento che interessa Cividale del Friuli, Spoleto, Campello sul Clitunno, Benevento, Monte Sant’Angelo, il complesso di Santa Giulia a Brescia e il sito di Castelseprio (VA), composto dal castrum e dal complesso monasteriale di Torba.
L’iter si è concluso positivamente a fine giugno, per cui quella di Giussano si annuncia come una delle prime mostre dedicate ai Longobardi dopo lo storico evento. Il legame dei Longobardi con la Brianza, del resto, è molto profondo: Monza fu infatti, come noto, la residenza estiva della regina Teodolinda (morta nel 627), che vi fece costruire un palazzo e una cappella palatina dedicata al Battista destinata in seguito a diventare il Duomo cittadino e a custodirne le spoglie. Alla regina, di origine bavarese, è collegata la leggenda – riportata dal cronista trecentesco Bonincontro Morigia – dell’origine del nome stesso di (…Continua)
fonte: Italia Medievale