Presentazione del libro di Vincenzo Rizzo
Nel pomeriggio del 24 marzo 2016, nella prestigiosa sede della Biblioteca Roncioniana di Prato si è tenuta la presentazione del libro De Igne Luce et fluido electrico, ristampa di uno scritto di Stefano Benini, giovane studioso della fine del XVIII secolo, a cura di Vincenzo Rizzo per Press & Archeos di Firenze.
La conferenza è stata introdotta dalla Prof.essa Felicita Audisio che ha convogliato l’attenzione del pubblico su un argomento ormai scientificamente acquisito e scontato (ma non per questo comprensibile a tutti): quello della Combustione.
Partendo dal ritrovamento di Vincenzo Rizzo nella biblioteca Roncioniana, dell’unico volume rintracciabile nelle biblioteche italiane (a quanto risulterebbe) dello studioso settecentesco Stefano Benini, il ricercatore ne ha fatto riemergere dal passato la figura semisconosciuta: «giovane con la passione per le scienze naturali, la fisica e soprattutto la chimica…»
Vincenzo Rizzo ricercatore e studioso di prima levatura ha raccontato la genesi di questa pubblicazione, ristampa del lavoro scritto in latino dal giovane scienziato pratese. Per quanto nativo della Puglia, Rizzo è discendente da parte di madre proprio della famiglia pratese dei Benini e ciò lo ha portato a desiderare che il suo avo fosse conosciuto e riconosciuto nel mondo accademico.
Non nuovo alle ricerche d’archivio e sul territorio di storia locale, forte delle sue robuste conoscenze chimiche e scientifiche, Rizzo si è prodigato nella traduzione del libro, e, in alcuni casi, non è stato facile cavalcare il latino, dover interpretare non solo lo scritto con vocaboli desueti; ma anche penetrare nel pensiero e comprendere, trascrivere le tesi scientifiche messe sulla bilancia dallo scienziato pratese. Una serie di interessanti appendici, commenti e contributi dedicati al periodo storico in questione fanno del Rizzo, più che il curatore, una sorta di “co-autore del suo antenato”.
Per quanto scrisse Stefano Benini, frate servita della Santissima Annunziata a Firenze, se ne deduce che dovette essere un giovane ben istruito e a conoscenza del mondo scientifico dell’epoca; cita una cinquantina di libri e menziona quasi tutti gli scienziati europei contemporanei: c’è da chiedersi se abbia veramente consultato tutti i lavori menzionati nel libro o che abbia invece, forte della sua passione scientifica, acquisito e annotato il sapere partecipando alle innumerevoli conferenze dei molti scienziati che transitavano nei salotti fiorentini e tenevano lezioni sulla fisica ed altro.
Comunque sia, il giovane appassionato studioso era a conoscenza degli studi fisici in generale, soprattutto quelli dedicati alla combustione. Con avvocatesca maniera il Benini squaderna sequele di prove a difesa e dimostrazione del suo punto di vista e contro le emergenti teorie del Lavoisier.
Se ne deduce che l’opera del Benini è di grande importanza per la comprensione di quelle che erano le conoscenze di un settore della scienza alla fine del ‘700, che concorsero a tracciare il cammino della ricerca. In quel tempo, tutto partiva da un ipotetico componente delle sostanze combustibili e ossidabili chiamato flogisto. La teoria, elaborata da G. Stahl, sosteneva che una sostanza, bruciando e quindi modificandosi, perde il flogisto, che viene assorbito dall’aria; Quest’ultima una volta satura di flogisto, provoca la cessazione della combustione.
Lavoisier studiò il fenomeno e constatando che una sostanza bruciando non perde peso ma ne acquista, annullò la validità della teoria del flogisto; infatti una sostanza bruciando acquista ossigeno e quando l’aria perde tutto l’ossigeno, la combustione cessa. Considerata l’attenzione di Stefano Benini, il suo cipiglio, la sua scrupolosità, il suo approccio ai misteri della scienza, e purtroppo a causa della repentina morte di tisi all’età di 28 anni, egli non ebbe né modo né tempo a riconoscere i suoi errori sull’argomento e passare dalla parte di Lavoisier, scolpendo il suo nome nella storia della scienza.
C’è da aggiungere un particolare dovuto a quanto sta scritto nel frontespizio del rarissimo libro e ritrascritto nel prezioso volumetto di Press & Archeos. Il Benini avrebbe dovuto tenere una conferenza, una discussione nel convento della SS. M. Annunziata nell’anno 1790 nel giorno… (non riportato) e mese di Maggio, lasciando ai posteri il mistero se si sia svolta veramente tale conferenza o invece per la sua salute traballante non abbia potuto eseguirla…mistero che si aggiunge al mistero di chi fosse quest’illuminato giovane scienziato pratese della fine del XVIII secolo.
Un ultimo meritevole sforzo: una buona lettura.
Enio Luigi Pecchioni