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Le origini della Befana e la grande Madre
Se la Befana ce la ricordiamo tutti vecchia, brutta e secca è perché in lei è rappresentata la natura del mondo che ha dato tutto di sé, si è spogliata di ogni risorsa affinché la vita possa dare frutti in primavera, è sporca di terra e sta tutta gobba perché le fatiche e le pene che il lavoro dei campi richiede lasciano il segno; adesso il suo ciclo è finito, il fantoccio esausto di Madre Natura si fa vittima sacrificale e sale (…)
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Maternità e stregoneria
Nascere donna implica spesso un destino di servaggio e minorità sociale, dove la maternità sarà l’unico gesto libero e creativo di un’esistenza intera: anzi, magico. Due storie, due donne, due epoche, e un selvatico e pre-civile Casentino come scenario. (…)
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Libri di Toscana: le risate, la carne, il diavolo.
EDITORIALE. (…) Oggi l’interesse esistente per alcuni argomenti e personaggi, come i fatidici Medici o certi grandi artisti e inventori, è plasmato a livello internazionale e i valori sono riproiettati su altri generi di collettività (talvolta con qualche mostruosità concettuale (…)
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La partigiana Sisse. Un episodio inedito della Resistenza
RESISTENZA. (…) Il gruppo di Rifredi avrebbe impegnato frontalmente i due soldati con la mitragliatrice, mentre quelli dell’Istituto, entrando in azione alle loro spalle, sarebbero riusciti facilmente ad eliminarli. Quella mattina che faceva prevedere una giornata (…)
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Scongiuri, magia, preghiere e maledizioni dagli etruschi ai romani
STORIA. Il popolo etrusco, all’apparenza così raffinato ed elegante nell’abbigliamento, così imponente e altero nel portamento e nelle insegne del potere, come ci è stato tramandato dagli storici e dall’iconografia sia pittorica sia fittile (…)
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A Pietracupa un “pranzo storico” tra i più antichi
All’inizio del XVII secolo venne costituita un’opera laicale denominata “Società dei Bifolchi” in ricordo di quei contadini che, fornendo gratuitamente (…)
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I Rasna e il Pinot nero. Evoluzioni della metafora etrusca
Nella nostra indagine sull’enologia etruscofila incontriamo oggi un nuovo caso di #vino impostato su Pinot Nero che riporta in auge, per così dire, l’abbinamento #Etruria: Borgogna, estroso e solo apparentemente bizzarro.
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Vinsanto: come si crea, come si comprende. Libro
Il libro è stato realizzato nell’ambito della fattoria di Montagliari (Greve in Chianti) dove studiosi di enogastronomia e di storia toscana si incontrano abitualmente per convegni e convivi. Il vinsanto è creato da secoli a Montagliari secondo le “regole” che permisero la distinzione del prodotto chiantigiano dall’universo dei vini passiti (o “vini alla greca”). La fattoria è dotata di una notevole vinsanteria con caratelli orginali e strumentazioni artigianali. (…)
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Phylica e lo spirito etrusco originario
(…) Phylica, nome di una schiava che offrì fiori e frutti agli Dei (come risulta da un frammento ceramico populoniense), e Velthune, uno dei tanti nomi della divinità etrusca per eccellenza, invero il romano Vertumnus (…)
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Il Lucumone veste viola
Lì per lì può sembrar bizzarro che un vino dal nome eminentemente etrusco, il Lucumone, sia prodotto al 100% con uvaggio Cabernet Sauvignon, essendo gli etruschi spesso ricondotti, talvolta con note fantastiche, al Sangiovese; ma sembra che, proprio come gli etruschi, il cabernet “selvaggio” proverrebbe dall’oriente greco (Kapnios) o forse dall’Epiro. Nell’indagine sulle definizioni etruscofile di certi vini, la storia permette talvolta di tracciare interessanti collegamenti.