Shakespeare in Boboli

18,80

di Davide Gucci
prefazione di Francesca Rachel Valle

Questo libro parla di un viaggio dalla Firenze rinascimentale alla Londra degli Stuard, ormai lanciata verso il Nuovo Mondo, attraversando vicende storiche complesse: dalla Riforma luterana e quella anglicana alle guerre di religione, dagli albori del teatro alla sua esplosione, dalla polifonia linguistica degli eruditi ad una nuova lingua che si sta affermando.
È un viaggio che riguarda Shakespeare la sua opera, ma è anche un omaggio a due figure per troppo tempo rimosse, un padre ed un figlio dalle grandi capacità linguistiche che ebbero profonda influenza sul panorama inglese dell’epoca.
La storia inizia nel convento di Santa Croce a Firenze, dove Michelagnolo Florio sperimenta il valore del linguaggio, esportandolo nei contesti nobiliari d’Inghilterra, per proseguire con suo figlio Giovanni, “John” per gli inglesi, che diverrà il più importante italofono di quell’epoca ma anche un profondo conoscitore della lingua e della cultura d’oltremanica.
La ricerca vuol mettere in luce il valore che il linguaggio ha assunto nell’opera di Shakespeare e come essa si avvicini ai principi pedagogici volti a trasformare il teatro in una fucina per educare una nuova umanità. Il focus principale saranno i temi sociali presenti nelle opere di Shakespeare, che ci parlano di una profonda empatia verso gli emarginati, gli stranieri, le donne e i temi religiosi e che vedono la presenza di John Florio ancor più determinante di quanto altrove è già stato dimostrato.

Descrizione

SHAKESPEARE IN BOBOLI
L’impronta di John Florio e di Firenze
nel giardino letterario inglese
di Davide Gucci
Prefazione di Francesca Rachel Valle
Press & Archeos, Firenze 2023
Con la collaborazione di Nadie se conoce
ISBN 978-88-32211-86-3
Pp. 316, Formato 17×24, carta avoriata, brossura con alette

Davide Gucci (1975), docente presso il Liceo Artistico di Pistoia, è un appassionato di quel mondo in miniatura che è il teatro, collaborando con varie compagnie sia negli allestimenti scenici che narrativi. È al suo primo libro, dopo aver pubblicato su Shakespeareandflorio.net alcuni saggi dedicati a Shakespeare in relazione all’astronomia, all’opera dell’artista Giulio Romano e alla città di Firenze.

Questo libro parla di un viaggio dalla Firenze rinascimentale alla Londra degli Stuard, ormai lanciata verso il Nuovo Mondo, attraversando vicende storiche complesse: dalla Riforma luterana e quella anglicana alle guerre di religione, dagli albori del teatro alla sua esplosione, dalla polifonia linguistica degli eruditi ad una nuova lingua che si sta affermando.
È un viaggio che riguarda Shakespeare la sua opera, ma è anche un omaggio a due figure per troppo tempo rimosse, un padre ed un figlio dalle grandi capacità linguistiche che ebbero profonda influenza sul panorama inglese dell’epoca.
La storia inizia nel convento di Santa Croce a Firenze, dove Michelagnolo Florio sperimenta il valore del linguaggio, esportandolo nei contesti nobiliari d’Inghilterra, per proseguire con suo figlio Giovanni, “John” per gli inglesi, che diverrà il più importante italofono di quell’epoca ma anche un profondo conoscitore della lingua e della cultura d’oltremanica.
La ricerca vuol mettere in luce il valore che il linguaggio ha assunto nell’opera di Shakespeare e come essa si avvicini ai principi pedagogici volti a trasformare il teatro in una fucina per educare una nuova umanità. Il focus principale saranno i temi sociali presenti nelle opere di Shakespeare, che ci parlano di una profonda empatia verso gli emarginati, gli stranieri, le donne e i temi religiosi e che vedono la presenza di John Florio ancor più determinante di quanto altrove è già stato dimostrato.

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