Descrizione
Dramma in due atti
dalle Lettere di Alessandra Macinghi Strozzi
(1447-1470)
Press & Archeos, Firenze 2024
Brossura in carta avoriata, 13×19.8 cm, pp. 94
ISBN 978-88-32211-93-1
Patrizia Ronzoni, nata a Firenze, si è laureata in Lettere all’Università degli Studi di questa città (tesi di laurea in Letteratura Italiana). Trasferitasi a New York, ha insegnato per quattro anni alla Scuola Italiana (Liceo Scientifico) di Manhattan. Tornata in Italia, ha abitato a Milano, a Modena, poi di nuovo a Firenze, continuando la sua attività di insegnamento nelle scuole secondarie superiori fino al 2016. Da sempre appassionata di teatro, frequenta dal 2019 la Scuola di Teatro Fiorentino del Teatro di Cestello di Firenze, partecipando agli spettacoli della Scuola (nel 2022, in una drammatizzazione da Renato Fucini,
come co-autrice e attrice; nel 2023 come attrice).
Firenze, metà Quattrocento. Una donna dell’alta classe mercantile, vedova di uno Strozzi, con forza e coraggio guida la sua famiglia: segue da lontano i figli maschi esuli, cercando sempre, con lettere premurose, di consigliarli e di indirizzarli; si prende cura delle due figlie da marito; amministra con oculatezza, tra difficoltà e ristrettezze, il patrimonio familiare sperando di “rifare la Casa” degli Strozzi e di riportare i figli esuli in patria.
Sullo sfondo la città di Firenze, con le sue stratificazioni sociali, dai servi e schiavi ai Principali Cittadini, in quel momento di passaggio tra la Repubblica Oligarchica e il Principato, quando furono mantenute le strutture repubblicane, svuotate però della loro funzione e indipendenza, perché controllate da Cosimo de’ Medici e dai suoi partigiani e poi dal figlio Piero.
Un mondo antico, prima delle grandi scoperte geografiche, prima della diffusione della stampa, che ancora crede che la Terra sia al centro dell’universo e la Luna, il Sole e gli altri astri le girino intorno; un mondo profondamente cristiano ma che, nei suoi più colti esponenti, guarda alla cultura classica come ad un modello; un mondo che si esprime con un dolce eloquio fiorentino che suona arcaico alle nostre orecchie; eppure un mondo in cui noi riconosciamo le nostre radici e che negli affetti, nelle passioni, nei travagli dell’anima è a noi straordinariamente vicino.
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