Tra i vini del Chianti Storico il grande assente è l’Angelo

Il connubio Chianti storico e Arcangelo Michele è ormai indubbio: ce ne siamo occupati approfonditamente in una recente pubblicazione (I sentieri di san Michele) e sono in corso altri progetti dedicati alle tradizioni micaeliche della zona.

Tuttavia proprio in Chianti, terra “enologica” per eccellenza, non troviamo o quasi vini dedicati all’Arcangelo. Ma non meravigliamoci; già in un vecchio articolo notavamo come, sempre in Chianti, non s’incontrino vini di nome Clante, affascinante parola con cui gli Etruschi indicavano questa zona. È come se il moderno Chianti, tutto preso a rincorrere il proprio marchio e le frammentazioni del toponimo, dimenticasse le sue radici sacrali e le strutture stesse che ne hanno determinato l’immaginario affidandosi quasi eclusivamente ai soliti cipressi, colli, castellari, baroni e contesse.

È un peccato perché l’Arcangelo può avere un ruolo poderoso nella costruzione di un marketing enologico; non solo per i pregnanti riferimenti antropologici – come le feste che coincidono con i momenti della vendemmia – ma proprio per la forza speciale, androgina e pur limpida della figura dell’Angelo guerriero.

In Toscana il “vino micaelico” più vicino al Chianti è forse quello della fattoria di San Michele a Torri, a nordovest di San Casciano nella bassa val di Pesa. Siamo assai lontani dal crogiuolo storico del Clante (il territorio della Lega che comprendeva Radda, Gaiole e Castellina) ma questo vino risulta a tutti gli effetti un Chianti Classico poichè i confini del Consorzio giungono sino a qui.
L’Arcangelo si mostra elegante nel logo della Fattoria e compare nelle singole bottiglie di cui è assodata la qualità, sia in quanto a gusto sia, a mio parere, in quanto a marketing.

Nel territorio di San Gimignano, quindi nell’immediato occidente del Chianti storico si produce Poderi Arcangelo, una Vernaccia dal gusto morbido ed elegante con un’etichetta impreziosita dalla sagoma lucida-scarlatta dell’angelo.
Ancora più ad occidente l’enologia micaelica trova ulteriori esempi. Un vino San Michele si incontra nell’azienda Marzocchi a Montefoscoli, a est di Capannoli; un’azienda agricola nominata a San Michele si trova a Santa Luce di Pisa ed un’altra con agriturismo a Ulignano (Volterra).

Molto più a sud del Chianti troviamo un altro vino San Michele, di L’Apparita presso Paganico. Esiste inoltre un Podere San Michele in val di Cornia. Entrambi quest’ultimi sono noti e apprezzati dai cultori di vini toscani.

Ad Est, verso il Valdarno, pur non trovando vini famosi segnaliamo almeno tre aziende o “agriturismi” che hanno prodotto vino e che portano il nome di San Michele: a Morniano, a Figline e a Terranuova.
Infine, in quasi tutti i supermercati di Toscana e quindi anche del Chianti, avrete notato le bottiglie di qualche “San Michele” proveniente da Triveneto, Abruzzi o Campania (ad esempio il noto Borgo San Michele del Sannio) …ma non dal “cuore di Toscana”.

Da questa breve rassegna risulta chiaro come i vini dell’Arcangelo ruotino intorno al Chianti senza avvolgerlo, salvo forse per il San Michele di Torri che, pur essendo lontano dal Chianti storico, relaziona con efficacia il nome del marchio a quello dell’Angelo.
Ma non dimentichiamo come la linea di San Michele, riferimento micaelico etereo quanto ideale, coincida con i monti del Chianti toccando San Michele de’ Monti (a nord di Radda) e altri antichi eremi dedicati all’Angelo attraverso una stupefacente sequenza di titolazioni. E da quelle parti, di certo, il vino non manca.
Chissà se qualche intraprendente raddese o gaiolese prenderà l’iniziativa nominando un vino all’Angelo…o ci segnalerà qualche produzione locale che ci è sfuggita…