Templari in India ?
Press & Archeos ha spesso sorpreso i lettori con libri dai soggetti molto originali, a volte senza precedenti editoriali. È questo il caso di alcune delle ricerche di Bernardo Tavanti che pubblica per questa casa editrice sin da quando essa esiste, insieme ad altri autori indipendenti e particolarmente ispirati.
Ad esempio, le ricerche di Tavanti sulle tradizioni dedicate a Merlino in Italia (“Merlino, un mito italico”, 2013) hanno incuriosito molti ottenendo ottimi riscontri. Anni fa, inoltre, l’autore si è prodigato in un’approfondita ricerca sui luoghi che gli antichi hanno creduto essere “ingressi agli inferi”, concentrandosi sul folklore tosco-laziale e presentando un curioso compendio dal titolo “Le porte degli inferi, dal principe degli etruschi al sommo Poeta, luoghi e leggende della discesa nell’Averno” (2017).
Oggi, come altri autori di Press & Archeos, anche Tavanti incontra la narrativa storica ma ciò non avviene “passando” propriamente al romanzo. Il punto è che la narrativa viene utilizzata dall’autore, dichiaratamente, a fini di ricerca, «creando surrogati pseudo-storici» atti a evidenziare scenari possibili, forse realmente esistiti ma sommersi dai vuoti della Storia.
Nel libro troviamo sì una virata narrativa, ma per tornare poi alla considerazione storiografica e addirittura antropologica. È questa libertà espressiva, che da un lato ci lascia spiazzati e che non possiamo non considerare lievemente “irregolare”, a dare un carattere speciale a questo scritto.
Seguendo le tracce di uno dei tanti Goffredo esistiti in Terra Santa, sfuggito a un assedio ma egualmente punito dal suo ordine (templare, inevitabilmente), l’autore racconta una missione orientata al ritrovamento di reliquie precedentemente rubate da predoni islamici a Giaffa. Il viaggio, che si realizza nella direzione di Damasco e della Persia, subirà però varie deviazioni e una sorta di deriva spirituale.
A tratti disorientati, come il protagonista stesso, dalle suggestioni delle analogie tra Corano e Bibbia e dal caleidoscopio dei racconti persiani, ci ritroveremo catapultati persino in India, in un epilogo emblematico e al contempo sconcertante: perfettamente installato nella storiografia di una vicenda, d’importanza assiale, che avevamo creduto essersi svolta molto tempo prima.
L’autore, superando sé stesso, supera i confini di genere offrendoci un libro destinato ad aprire discussioni, senz’altro fertili, sul senso più profondo del templarismo contemporaneo.
La prima edizione di questo libro è attualmente disponibile On Demand. Prossimamente la distribuzione editoriale e forse anche un documentario.
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