Le pietre rubate dall'antica torre
Renzo centri, esperto storico locale, denuncia la situazione di Montegrossi.
Furto di pietre dall’antica torre di Montegrossi, in vetta al monte omonimo a 701 metri, con duplice negativo esito: si depaupera più che mai questa rocca in pittoresca rovina da secoli, alta sui resti delle escavazioni di pietra, e si rischia di smantellare residue strutture portanti che indurrebero a crolli pericolosi. Già anni fa, proprio su queste colonne (La Nazione, ndr), si parlò di questo problema. Adesso, a rilanciarlo, è intervenuto Renzo centri, esperto storico locale ed autore del volume sui sentieri del culto di San Michele (insieme a Lorenzo Pecchioni ) presentato di recente a Coltibuono.
«Un evento increscioso che si sta verificando nel territorio di Gaiole in Chianti – racconta Renzo Centri -. Abbiamo la fortuna di avere la milennaria torre di Montegrossi, avamposto conteso nel corso dei secoli dai feudatari del posto e dalla repubblica Fiorentina e per un certo periodo sede addirittura del vicario dell’imperatore Federico I, e che assieme a San Miniato rappresentò il più importante punto strategico di controllo dell’area centrale della Toscana. Il maniero, culla dei Ricasoli-Firidolfi nel remoto medioevo – riprende Centri – è stato scenario di cruente e sanguinose battaglie e assalti di vari eserciti, come quello aragonese nel 1478 o quello di Carlo V nel 1530. È sopravvissuto alla cava, ma ora ha un nuovo nemico. Qualche lestofante sta togliendo pezzo per pezzo quello che resta degli antichi portali, anche a rischio della propria incolumità, dato che dal rudere potrebbe cadere in qualsiasi momento qualcuna delle grosse pietre che si trovano in posizione di precario equilibrio. (…)
[da La Nazione, articolo di A. P., 30 maggio 2014.]
Quello che vorremmo risulti chiaro (e non a caso pubblichiamo una foto esaustiva) è che le pietre rubate sono i conci di un arco ogivale il quale, oltre ad avere un suo valore estetico, ha una certa importanza per lo scarico dei pesi delle strutture sovrastanti.