Etruschi e politica

L’affermazione della Destra alle recenti elezioni è un fatto assodato e abbiamo assistito alla formazione del primo governo presieduto dall’esponente di un partito erede dei movimenti post-fascisti.
Negli ultimi giorni mi sono chiesto cosa possa significare e comportare, tutto questo, per l’attività delle associazioni, dei ricercatori, dei pensatori che trovano negli Etruschi una delle loro tematiche ricorrenti.
Capisco che a molti questa domanda possa risultare bizzarra! ed è certamente legata a una prospettiva alquanto specifica. Ma non priva di validità storica.

Il riferimento all’immaginario degli Etruschi ha avuto un ruolo importante in alcuni momenti di cambiamento – e di conseguente ricerca di legittimazione – della storia del nostro paese, per quanto il dibattito abbia interessato soprattutto gli intellettuali.
A proposito del pensiero fascista, ricordiamo come gli Etruschi siano stati considerati il nucleo originario della romanità e dell’identità italiana, prendendo un ruolo essenziale nel discorso “razzista” di studiosi, archeologi e antropologi, nonostante la «relativa evanescenza di Mussolini». A tal proposito rimando a una tesi di Andrea Avalli che eviscera il problema della questione etrusca nell’Italia fascista, mostrando come certe conseguenze dell’ideologia abbiano attraversato il Dopoguerra.

Riavvolgendo il nastro della storia fino al Rinascimento, vediamo come il ducato fiorentino dei Medici avesse già utilizzato il riferimento agli Etruschi nella sua divulgazione politica. Una schiera d’intellettuali e artisti si pronunciò con tesi sorprendenti, legate comunque a una suggestione identitaria, con risvolti ancestrali e persino testamentari. Tanto che gli stessi Medici, probabilmente, suggerirono di rallentare.
Dedicato all’argomento esiste lo studio approfondito di Giovanni Cipriani ma anche un testo divulgativo che abbiamo pubblicato anni fa, da cui traggo la copertina-immagine di questo post.

Dunque, cosa potremmo aspettarci oggi? Forse solo qualche episodio isolato o poco pertinente. Oppure la “Chimera” è destinata a ricomparire, sorprendendoci in modi diversi? Nel Lazio contemporaneo, e in particolare in quella che si auto-definisce Etruria, gli Etruschi sono talvolta richiamati dal discorso politico ma non rammento, fino ad ora, casi particolarmente maliziosi o impennate identitarie.

Eppure nel frattempo – e questa è una grande differenza con il passato – gli Etruschi, fraintesi o no, hanno guadagnato molto terreno nell’immaginario popolare di buona parte d’Italia, con iniziative, progetti, conferenze, mostre ed altre forme d’aggregazione collettiva che hanno sorpreso per l’entusiasmo e per l’ispirazione. Da Milano a Napoli, da Rimini a Veio, da Mantova a Salerno, oltre che nel’Etruria storico-geografica.
Non si tratta più solo di una questione per intellettuali ma dell’attività di persone comuni, animate da una consapevolezza per certi versi inedita.
La grande politica, distratta dai problemi del nostro tempo ma soprattutto da sé stessa, sembra non essersi accorta di questa evoluzione. E forse è meglio così.

LP
10/2022

Etruschi e Rinascimento

 

Etruschi e Rinascimento