Alcune precisazioni
Oggi vengo a scrivere sul sito di P&A per compiere alcune precisazioni a proposito di tre articoli apparsi su un giornale di cronaca fiorentino, dedicati al libro “I Sentieri di San Michele” e all’incontro di presentazione che abbiamo tenuto il 16 marzo scorso.
Pur ringraziando i giornalisti per l’attenzione rivolta al nostro lavoro, devo specificare, a chiare lettere, che io e il mio coautore non abbiamo scoperto le cave di Monterantoli (come affermato nell’articolo in data odierna 6 giugno). Esse sono note da sempre ai numerosi ricercatori che si sono dedicati a questa zona dei monti del Chianti.
Inoltre non abbiamo “scoperto” nemmeno l’eremo di Montemaione (articolo dell’11 marzo), che è stato descritto in passato da importanti studiosi, nei confronti dei quali la nostra precisazione è doverosa. Al limite, le nostre ricerche hanno permesso di porre quell’eremo sotto una luce diversa e localizzarvi, in via ancora ipotetica, alcuni eventi storici precisi.
Infine mi vedo costretto a specificare che io non sono uno “storico dell’arte di San Donato” come ahimè si legge sul quotidiano in un ulteriore articolo (del 28 marzo).
Soprattutto non sono uno “storico dell’arte”, e questo lo devo precisare per rispetto nei confronti di coloro che hanno completato un faticoso percorso universitario e professionale, quello delle Lettere storico-artistiche.
Ovviamente non ho mai sostenuto niente del genere davanti a nessun giornalista.
Visto che ci siamo, preciso anche che non sono un abitante di San Donato in Poggio, ma vivo a Firenze.
Ringraziamo comunque i giornalisti che, nonostante le suddette imperfezioni, hanno fatto pubblicità al libro.
Se ho voluto compiere queste precisazioni, lo ripeto, è solo per rispetto verso altri ricercatori, autentici e ufficialmente riconosciuti, a cui va tutta la mia stima per le loro reali scoperte che hanno permesso a me ed altri di apprezzare le antiche vicende del Chianti.
L. Pecchioni