Il rischio e il fascino della ricerca. Intervista a Enrico Baccarini

a cura di Myriam Venezia

Enrico Baccarini è una di quelle persone che sembra aver vissuto mille vite.
Fiorentino, figlio degli anni ‘80, oggi vive e lavora a Pavia.

Enrico è un giornalista, un publisher, uno scrittore e un docente. Ha una laurea in psicologia, antropologia e studi asiatici ed è professore di Orientalistica presso l’Università Popolare Maitri di Torino.
Una persona poliedrica, autore di numerosi e interessanti libri, con Press & Archeos ha da poco pubblicato una nuova edizione del suo stupendo saggio Dall’India alla Bibbia. Remoti contatti tra India e Vicino Oriente.
Il saggio si prefigge di tracciare un fil rouge che ha origine nelle popolazioni più antiche che conosciamo e si intreccia con i fili della storia e della misticità. Abbiamo affrontato queste tematiche nella nostra intervista di oggi.

Citazione da intervista a Enrico Baccarini


Qual è la genesi di India e Bibbia?
Tutto nasce durante altre ricerche sull’India e l’estremo Oriente, quando incappai quasi casualmente in alcuni parallelismi che avevo notato tra queste terre lontane e la nostra cultura occidentale. Inizialmente pensai potesse trattarsi di mere casualità ma poi mi resi conto, indagando più a fondo, che potevano esistere dei contatti storici avvenuti in tempi molto antichi tra realtà molto distanti tra loro.
Ho iniziato quindi questa avventura che mi ha portato molto lontano da quanto credevo inizialmente mostrandomi come fin dal più remoto passato popoli anche molto diversi e distanti tra loro potessero aver comunicato. Mi resi poi conto come la stessa genetica fornisse molti elementi per suffragare quanto si stava delineando nella mia mente e quindi decisi ad un certo punto di collegare fra loro i vari elementi scoperti.

È un saggio articolato che tocca e approfondisce numerosi temi che vanno da quelli archeologici a quelli antropologici e culturali, come ti sei approcciato alle fonti e con quanta difficoltà o semplicità hai avuto accesso ad esse?
La mia formazione universitaria è nel campo dell’antropologia culturale, ho seguito quindi i vari insegnamenti che avevo ricevuto ormai diversi anni fa ma nell’ottica di riscoprire qualcosa che solo in certi casi e sottovoce sembrava essere ogni tanto presentata dal mondo accademico. Sono risalito attraverso le fonti a testi antichi e moderni e ho cercato di relazionarli con quelle che sono le scoperte di altre discipline come la genetica. Ho seguito un metodo scientifico e ho cercato di effettuare ricerche ad ampio spettro per poter raccogliere più elementi possibili. Non è stato facile e ho impiegato diversi anni a percorrere quest’avventura ma alla fine quanto emerso mi ha fatto capire che ero sulla strada giusta e soprattutto che conosciamo ancora molto poco della nostra storia umana.

Copertina Dall'India alla Bibbia


Ho spulciato tra la bibliografia del testo, la ricerca è svariata e molto vasta, è stato difficile destreggiarti tra fonti molto molto antiche, remote e spesso fallaci e fonti/studi più recenti?
Non è stato assolutamente facile e come succede spesso, alcune piste promettenti si sono dimostrate poi fallaci mentre in altri casi le tessere del puzzle sembravano combaciare perfettamente tra loro. Ogni ricerca in fin dei conti è un lavoro sperimentale che non può mai dirsi concluso ma che ci permette di aprire nuove strade di ricerca e di comprensione della nostra storia. Quanto è emerso nel libro costituisce per me oggi una nuova traccia di partenza da cui attingere per ampliare le ricerche e sondare nuove strade che spero nel futuro potranno concretizzarsi in ulteriori ricerche e pubblicazioni.

Il saggio come abbiamo visto indaga su possibili relazioni tra varie religioni, assonanze e discrepanze che vengono via via messe in evidenza, è possibile parlare di una sorta di “globalizzazione” dell’antichità, grazie a temi universalmente validi come quello religioso?
Più che di globalizzazione parlerei di contatti, molto difficili, ma che comunque nel passato legarono tra loro realtà molto distanti e in vari modi. Dalla ben nota Via della Seta fino a commerci marittimi tra i Vallindi e i Sumeri fino a pochi anni fa mai neanche scoperti, oggi possiamo dire che nel passato gli uomini e le loro idee, più che i loro commerci, legarono insieme popoli agli antipodi del pianeta e sicuramente influirono e modellarono molte delle idee che oggi possediamo in occidente.

Studiando e facendo ricerca su queste tematiche quanto è importante la componente antropologica?
Ritengo sia ovviamente fondamentale ma penso anche che per avventurarsi in ricerche così “oltre confine” si debba anche possedere una sana dose di rischio e una mente libera da certe tipologie di schematismi e dogmatismi che sovente ci incasellano all’interno di realtà precostituite. Nel mondo scientifico esiste un principio di precauzione per cui solo quando il numero di elementi di una nuova teoria o ipotesi risulta abbondantemente sufficiente da non essere più negato, si inizia a prendere in seria considerazione quel nuovo fattore. A mio rischio, ho abbassato questa precauzione, facendomi guidare dalle scoperte archeologiche e dalle tradizioni culturali e spirituali di popoli diversi per capire se ci fossero stati realmente dei legami e di quale natura potessero essere. Questo mi ha portato a riscoprire antiche realtà che in certi casi si erano perse nelle memorie della storia e del tempo.

Credi che questo testo possa essere uno strumento di delucidazione per chiunque voglia approcciarsi alla conoscenza un po’ più approfondita della religione e in generale della storia antica e al suo apparato spirituale?
Penso che sia un libro che mostri come andare oltre quanto impariamo e studiamo normalmente, che mostri come non sia folle provare a percorrere nuove strade che, pur rimanendo nei confini del metodo scientifico, possano comunque aprire vie di ricerca e studio. Ritengo e spero che il libro possa costituire uno strumento per stimolare nuove ricerche e cercare di aiutare a comprendere quanto il nostro passato debba ancora svelarci molte realtà che per troppo tempo sono state dimenticate o non indagate.

Ecco, in chiusura, volevo chiederti, a chi consigli la lettura di questo saggio e perché?
Consiglierei questo libro a coloro che vogliano approfondire la storia e i suoi misteri con un occhio critico e una mente aperta all’inaspettato. Ad appassionati o studiosi che vogliano ampliare i loro punti di vista e che vogliano osare oltre certi dogmatismi talvolta presenti nel mondo accademico.
Mi piacerebbe pensare che uno studioso o un appassionato di questi temi trovassero nel libro quella stessa scintilla che permise a Schliemann di avventurarsi alla ricerca di una leggenda e a riscoprire le prove di quella che si riteneva essere solo una tradizione.

Dall’India alla Bibbia. Remoti contatti tra India e Vicino Oriente

Un viaggio tra l’Estremo Oriente e il Vicino Oriente alla ricerca di una storia dimenticata. Quali influenze e contatti ebbe l’India più antica, la civiltà dell’Indo, con i popoli sumeri, gli Hittiti, i Mitanni e il popolo ebraico? Attingendo alle fonti storiche Enrico Baccarini traccia una linea che unisce queste civiltà e le loro conoscenze delineando un quadro che potrebbe riscrivere il nostro passato. Un’ipotesi suffragata dalla storia e dai documenti più antichi dell’umanità, un viaggio attraverso 5000 anni di storia sepolta dal tempo e dalla memoria. Chi fu Abramo, colui che Voltaire stesso indicò come un esule indiano? Perché la cosiddetta Stella di David si trova in India e Giappone secoli prima la sua comparsa in Israele? Da dove proveniva l’oscuro popolo degli Hittiti? (…)

Enrico Baccarini intervista

a cura di Myriam Venezia