Rapaci

9,80

di Mario Ajazzi Mancini

Rapaci. Un volume di racconti volatili, e talvolta ferali. Storie sul confine della via maestra, nel corso di un tempo che è tanto lungo quanto brevi le scritture che lo trattengono. Per mostrare, forse, che da quella via si può sempre uscire, e rientrarvi arricchiti di memoria e smemoratezza. Perché il segreto, se c’è, è che siamo stipati di tutte quelle sbadataggini, incomprensioni e amnesie che, ferocemente, danno la giusta misura. Perché vivere è, e resta, quel luogo amato per cui dovremmo sempre sentire la vocazione…

Descrizione

Rapaci
Press & Archeos, Narrativa
ISBN 98-88-32211-10-8
pp. 86
Mario Ajazzi Mancini. Psicanalista a Firenze, dove svolge attività clinica e didattica come docente presso la Società di Psicoterapia Comparata. Si occupa di psicanalisi e poesia, teoria e pratica della traduzione, con particolare riguardo all’opera di Freud e alla poesia di lingua tedesca. Ha curato e tradotto Il verbario dell’uomo dei lupi di Abraham e Török, l’edizione bilingue dei casi clinici di Freud Il Piccolo Hans e L’Uomo dei lupi, I Sonetti a Orfeo e Orfeo. Euridice. Hermes di Rilke, Josefine la cantante, ovvero il popolo dei topi di Kafka, L’ultimo a parlare di Blanchot. È autore dei volumi Tra Jung e Freud. Psicanalisi letteratura e fantasia, A nord del futuro e L’eternità invecchia, dedicati a Freud e alla poesia di Paul Celan. È socio fonda- tore di Kantoratelier – arte psiche musica teatro.
Rapaci. Un volume di racconti volatili, e talvolta ferali. Storie sul confine della via maestra, nel corso di un tempo che è tanto lungo quanto brevi le scritture che lo trattengono. Per mostrare, forse, che da quella via si può sempre uscire, e rientrarvi arricchiti di memoria e smemoratezza. Perché il segreto, se c’è, è che siamo stipati di tutte quelle sbadataggini, incomprensioni e amnesie che, ferocemente, danno la giusta misura. Perché vivere è, e resta, quel luogo amato per cui dovremmo sempre sentire la vocazione…

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